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Scegliere il protagonista


Non ho ancora affrontato le teorie sul punto di vista (PDV) perché è una materia lunga e cambia moltissimo in base al metodo che vuoi usare. Creare una storia per un libro è molto diverso rispetto creare un avventura per un gioco di ruolo.

Probabilmente in futuro (e dato che passerò all'inglese si parla di futuro remoto) scriverò un articolo riassuntivo per il PDV nella scrittura. Ma oggi preferisco parlare di come scegliere e gestire il protagonista di una storia.

A volte questa decisione è meno libera. Ad esempio nei giochi di ruolo e, spesso ma non sempre, anche nei videogame sono i giocatori a scegliere i protagonisti.

Quando si decide di creare una storia si sceglie un conflitto principale: un problema da risolvere. Appena sai di cosa parlerà la tua storia potrai scegliere il protagonista: basta porsi alcune semplici domande.

Chi soffre di più?
Quando un personaggio soffre proviamo simpatia per lui. Questo ci aiuta a immedesimarci e a sentire il problema come nostro. Se siamo in dubbio possiamo chiederci anche: come mai il problema lo fa soffrire così tanto?

Chi esplora di più il conflitto della storia?
Se sai di cosa parlerà la storia sai anche più o meno quali eventi accadranno. Il protagonista* migliore è quello che vivrà questi eventi in prima persona.
Il protagonista non deve per forza essere la persona più importante della storia. Però deve essere il personaggio che attraversa le situazioni più difficili della storia. Più situazioni affronterà più la storia sarà vissuta anche dal pubblico.

Chi è il vero protagonista?
* Ai fini di questo articolo sarebbe più corretto definire il protagonista come "personaggio legato al PDV principale della storia", in quanto non è il protagonista vero e proprio.
Faccio un esempio: in Sherlock Holmes il protagonista è Sherlock, ma il personaggio attraverso cui si vive la storia è Watson. Quindi avremmo 2 tipi di protagonista: il protagonista della storia e il protagonista attraverso cui si vive la storia. In questo articolo parliamo del secondo.

*Videogame: Chi conduce la storia?
In una storia "in mano allo scrittore" si può decidere di utilizzare un personaggio secondario che si limita ad offrire il suo "punto di vista" per osservare le gesta del vero protagonista. Si può in altre parole usare un sidekick (o chi per lui) come personaggio PDV principale che osserva a fa da testimone alle gesta della vera forza trainante della storia: il vero protagonista.
Questo NON funziona nei videogiochi. Il PDV principale e il protagonista devono essere la stessa cosa e bisognerà mettere questo personaggio nelle mani del giocatore.
In questo modo il giocatore sentirà di avere il controllo sulla storia, si sentirà più coinvolto e vivrà un'esperianza di gioco molto più personale. Potrà perfino sentire di essere lui stesso a compiere le scelte che modificano il corso della storia.

Aribeth
Non sai che fare? Te lo dice lei.

La scelta sbagliata di Aribeth
Non so se conosci il personaggio Aribeth di Neverwinter Nights. In tutto il primo scenario era lei a condurre la storia, lei a soffrire di più per quanto accadeva. Lei rappresentava il conflitto cittadino e lei decideva come bisognava procedere. Era tutto nelle sue mani e il giocatore si limitava a venire spedito in lungo e in largo come l'ultima delle comparse.
La scelta migliore invece sarebbe stata di far diventare il personaggio la "star" della storia.

Domanda bonus: Come faccio a far soffrire ancora di più il protagonista?
Più il protagonista soffre più la storia sarà coinvolgente. Quindi lasciati pure andare. Fallo soffrire in tutti i modi possibili.

Esiste un'ultima considerazione valida per alcuni generi particolare. A volte, soprattutto nei gialli, ma anche in altri generi dove vuoi tenere nascosto alcune parti della storia per aumentare la suspance, può essere utile tagliare delle scene o tenere il protagonista al di fuori di esse per nascondere al pubblico alcune parti della storia. Se questo è il tuo caso è utile porsi anche la domanda:

Se faccio partecipare il protagonista in questa scena la suspence aumenta o diminuisce?
Prendiamo di nuovo Sherlock Holmes. Tutte le sue storie si vedono dal punto di vista di Watson per un motivo preciso: l'autore del libro non poteva usare Sherlock, altrimenti avrebbe dovuto rivelare tutte le intuizioni direttamente al lettore, rovinando la suspanse. Usando invece Watson può gestire meglio la situazione. Anche se Holmes scopre subito il colpevole il pubblico lo scoprirà dopo. Watson capirà le intuizioni di Holmes solo quando l'autore deciderà che è arrivato il momento giusto.

Watson
Watson: Mi sento un po' strumentalizzato, caro Holmes.
[Pausa imbarazzante]
Sherlock: Elementare Watson.

Ehi, il protagonista mi ha rotto. Posso cambiarlo?
Perché no. Puoi cambiare punto di vista, e puoi anche tranquillamente cambiare protagonista. Anzi, esistono dei casi in cui questa scelta di cambiare il protagonista ha avuto un'effetto molto positivo sulla storia.

Come esempio cito Martins: i protagonisti delle cronache del ghiaccio e del fuoco cambiano spesso, ma la storia continua a procedere più o meno bene, trascurando qualche periodo di pausa un po' troppo lungo per i miei gusti.
Con questo non voglio dire che tutti i protagonisti scelti da Martins siano corretti. Alcuni, soprattutto dal terzo tomo (mi pare, tra numerazione italiana e inglese mi confondo), mi hanno messo un po' in dubbio, forse si poteva farne a meno.

In sostanza: puoi cambiare il protagonista, se lo fai bene potresti anche dare qualcosa di più alla storia; stai solo attento a non confondere il lettore con troppi cambiamenti senza preavviso.

Eard
Eddard Stark non ci credeva.

* Li posso cambiare anche in un videogame?
La scelta qua è più critica, perché, soprattutto in un videogame RPG il giocatore tende a personalizzare molto il personaggio e ad affezionarsi. I giocatori di ruolo tra l'altro tendono a legarsi davvero molto alle loro controparti.

Dei cambi temporanei possono funzionare, li ho visti in Mass Effect 2 (quando diventi Joker) e in the Witcher 2 (quando rivivi gli ultimi attimo della vita di un assassino). In particolare interessante la scelta di the Witcher 2, dove Geralt entra nella mente dell'assassino. In pratica è ancora Geralt, ma vive la vita di un altro: lo battezzerei come "effetto animus".

Se vuoi provare un esempio (anche se di RPG non ha molto) di cambio protagonista più incisivo nella storia consiglio L.A. Noire.

Ti faccio i complimenti per essere arrivato alla fine di questo articolo, e come al solito ti chiedo se per caso hai qualche opinione da condividere.



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