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Eroi sociopatici


DISCLAIMER: questo articolo vuole parlare di neuroscienze (PNL) applicate alla fiction, non vuole avere riferimenti con la realtà

Quando passo su boing boing di solito mi limito a leggere i titoli proposti, ma stavolta ho trovato un link molto utile come spunto che rimandava a un articolo intitolato Addicted To Being Good? The Psychopathology of Heroism di Andrea Kuszewski.

L'articolo vuole confrontare eroi e sociopatici, valutandone similitudini e differenze.
Gli eroi (che Kuszewski chiama X-altruist) sono personaggi che agiscono SEMPRE nell'interesse degli altri o per il "bene comune", mentre i sociopatici sono quelli che agiscono SEMPRE nel proprio interesse.

Ecco le caratteristiche che riporta:

Sociopatico:

  • low impulse control
  • high novelty-seeking (desire to experience new things, take more risks, break convention)
  • no remorse for their actions (lack of conscience)
  • inability to see beyond their own needs (lack of empathy)
  • willing to break rule
    externally driven

X-Altruist:

  • low impulse control
  • high novelty-seeking
  • little remorse for their actions (would “do it again in a heartbeat”)
  • inability to see past the needs of others (very high empathy)
  • willing to break rule
    internally driven

In poche parole hanno solo queste differenze:
A) la capacità empatica, cioè la capacità di mettersi nei panni degli altri (che il sociopatico non possiede)
B) l'approccio alle situazioni reattivo (eroe) o proattivo (Sociopatico).

Bene. Rimaniamo nella fiction per non aprire idee troppo filosofiche.

SECONDO ME SI SBAGLIA

1) Il low impulse control può essere normale in una ragazzina di 14 anni, ma né eroi, né sociopatici dovrebbero possederlo. Il cosiddetto impulse control (conosciuto anche come self control o forza di volontà) è quella capacità di non diventare vittima dell'impulso momentaneo per seguire il tuo scopo in maniera più efficace.

AngerManagement Demotivator, by GenerallyGemma. Licenza This work is licensed under a Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0
Guidare autoveicoli. Un'abilità che mette a dura prova l'impulse control!

Con questo voglio dirti di creare personaggi privi di capacità emotiva?

NO. Il protagonista dovrà combattere le sue emozioni: questo aumenterà il conflitto. E se vuoi far prevalere le emozioni può anche andare bene. MA l'emozione dev'essere forte per battere il self control del personaggio. MOLTO FORTE. Ad esempio se il personaggio non dorme da due giorni, sua figlia è stata rapita, e un suo amico non gli presta i soldi ALLORA e solo allora potreste farlo reagire tirando un pugno all'amico.
Lo stesso vale per il sociopatico (o antagonista). Non fatelo reagire alle provocazioni solo perché s'incazza per un insulto di poco conto detto in privato.

Questo vale in linea di massima. Se volete creare un personaggio con poca capacità di controllarsi fate pure: il personaggio sarà più debole. Va benissimo, purché il conflitto sia equilibrato: gli ostacoli dovranno essere alla sua altezza. Non state creando un "eroe", ma solo un personaggio normale.

Shane Vendrell
Shane Vendrell (The Shield) non sa proprio controllarsi. Tre quarti dei casini della squadra d'assalto li causa lui: un creatore conflitti è perfetto per la storia.

2) Un sociopatico senza empatia apparirà idiota o pazzo. Senza un minimo d'empatia è difficile rapportarsi con gli altri. Tendenzialmente funziona così: più sei capace di metterti nei panni altrui più sei in grado di leggere il linguaggio NON verbale. Più riesci a leggere il NON verbale più sei abile a smascherare menzogne e a capire cosa vuole fare la persona che hai di fronte.
Se crei un sociopatico PRIVO di empatia diventerà una persona MOLTO facile da ingannare. Se invece gli darai l'empatia diventerà più forte. Vedi tu in base ai tuoi scopi.

3) Internally driven o externally driven. Cioè reattivo o proattivo. Anche su questo sono in disaccordo. Un eroe potrebbe benissimo seguire un obiettivo personale che ritiene utile per il mondo (spargere il verbo della creative commons :p) e un sociopatico potrebbe benissimo reagire a un fattore esterno (maledizione Robin Hood vuole derubarmi per aiutare i poveri: devo REAGIRE!).
In linea di massima colui che REAgisce difende lo status quo, mentre colui che Agisce tenta di modificarlo.

4) L'eroe definito dall'articolo della Kuszewski ha molte caratteristiche di una persona che ha bisogno dell'approvazione altrui e questa è un'altra caratteristica di personaggi deboli.

Sul resto dei punti sono d'accordo, come sono d'accordo sul fatto che santi ed eretici hanno qualcosa in comune.

In conclusione, se vuoi creare un personaggio FORTE dagli queste caratteristiche:

  • High impulse control
  • high novelty-seeking (desire to experience new things, take more risks, break convention)
  • little remorse for their actions (would “do it again in a heartbeat”)
  • willing to break rule
    e aggiungi anche: "Se ne sbatte di quello che gli altri pensano!"

Per il resto è tutta scala di valori. Ciascuno ha la propria e basta fare solo delle piccole modifiche per crearne una piena di conflitti. Ne ho già parlato in questo articolo.

Una scala di valori malvagia (contro i valori riconosciuti dalla nostra società) potrebbe essere:

1) La vita dei familiari
2) Il proprio patrimonio
3) La propria vita
4) La vita altrui
5) La libertà altrui

Un personaggio con questa scala di valori può apparire forte e disposto a compiere sacrifici. Potrebbe dare la vita per suo figlio, ma anche spedire innocenti in prigione per difendere i suoi soldi; dipende da cosa gli fai affrontare.

Ma la vita di uno storyliner non sono solo regole. C'è anche l'animus (ho pure creato una categoria apposita) e voglio darti un consiglio:
Avere bisogno dell'approvazione altrui è sbagliato (e anche poco sexy :p). Soprattutto per uno storyliner. Il pubblico vuole che tu fai scaturire emozioni, a loro piace quando dimostri coraggio.

Alcuni dei concetti che ho spiegato possono essere legati a determinate convinzioni e aver causato reazioni emotive; spero positive, ma non si sa mai. Ad esempio la Kuszewski mi è sembrata legata emozionalmente a quello che scriveva, legandolo anche a un riferimento della sua vita reale. Il mio consiglio è il solito: prendi ciò che trovi utile e lascia stare il resto.


Un punto di vista alternativo. Se la Kuszewski avesse ragione questo filmato (con pochi ritocchi) potrebbe diventare il manifesto della sociopatia.

Credits:
GenerallyGemma
: autore di AngerManagement Demotivator. Licenza This work is licensed under a Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0.


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